L’Armenia e i suoi grandi poeti mistici (relazione dell'incontro)

 

Raccontare  il pomeriggio alla Società Letteraria con Padre Levon Boghos Zekiyan,

(sacerdote veneziano di rito armeno, nominato arcivescovo da Papa Francesco Amministratore apostolico di Istanbul per i fedeli armeni cattolici) non è impresa facile. Già nel presentarlo le parole degli ospiti stentavano a trovare la corretta dimensione. Ma il giornalista Mario Guidorizzi non ha avuto alcun dubbio nell’affermare che la sua conoscenza con il vescovo è scaturita da una dolcezza, soavità e serenità  che Padre Levon ha sempre manifestato nel tempo in cui si sono frequentati alla Ca’ Foscari. E’ stato così facilissimo dedurre che la figura di Padre Levon  incarna il simbolo di un appassionato di letteratura antica, di quella letteratura che si rivolge al cielo. Nelle parole di Levon si apprende che La cultura armena è intrisa di teologia, di mistica cioè la teologia più sublime, l’ineffabile, l’indicibile, il profondo, l’universale. L'esperienza spirituale condotta attraverso l'approfondita conoscenza e la contemplazione del divino, per mezzo della quale l'anima raggiunge la sua massima perfezione. Anche, nella letteratura i si trova espressa tale esperienza. Il culmine dell’esperienza religiosa è sentire in sé il tocco divino, la presenza di Dio.

Seguono letture di intime riflessioni di San gregorio di Narek, poesie e versi di   Daniel Varujan tratti da  Il canto del pane, traduzione di Antonia Arslan, Milano, Guerini e Associati, 1992 e Mari di grano e altre poesie armene, traduzione di Antonia Arslan, Milano, Edizioni Paoline, 1995.

Il duduk  del Maestro Aram Ipedikyan ha concluso il pomeriggio “mistico” aiutando la meditazione nell'esecuzione di alcune composizioni armene dedicate al tema della serata.